Oggi intervistiamo per il nostro blog Ana Villacampa, artista
poliedrica, designer, architetto. Ha vissuto tra Oslo, Helsinki,
Alicante, Barcellona, Milano. Da qualche anno si è trasferita a
Southampton (UK), vicino alla New Forest National Park, in cui
collabora con la galleria d’arte e studio di cornici First Floor
Gallery Picture Framing Studio.
D)
Quando hai iniziato a dipingere?
A) A
quanto pare avevo 2 anni quando sono salita sul letto di mia zia a
casa dei nonni e ho dipinto tutta la carta da parati col pennello
blu. Poi con l’olio su tela ho iniziato, penso, a 12
anni.
D) Quale tecnica utilizzi? Quali sono i tuoi
pittori di riferimento?
A) All'università ho scoperto
l’acquerello e l’inchiostro. Ora è la tecnica che sento
più congeniale. Forse in quello stesso periodo mi sono innamorata
dell’opera di Hugo Pratt che è uno dei miei eroi non
soltanto per i suoi bellissimi fumetti ma anche per il suo modo di
vivere la vita. I suoi lavori hanno tanta forza e sono così
espressivi che non c’è bisogno neanche di leggere il testo per
capire ciò che vogliono comunicare. I suoi acquerelli sono libertà
allo stato puro. Poi mi interessano tanti artisti e di recente ho
riscoperto Joaquín Sorolla alla National Gallery a Londra e
mi sono emozionata fino alle lacrime. Adesso sto ritornando
sull’opera di Van Gogh, Gauguin ma anche sul
Rinascimento. Mi interesso anche di fotografia che ho imparato
ad amare in famiglia e che è tra le mie attività come
professionista.
Un paio di anni fa ho ripreso gli acrilici
su tela, carta e tavola. È una tecnica che utilizzavo tanto in
università ma per i miei viaggi avevo abbandonato un pò. L’acrilico
è quello che uso per dipingere composizioni astratte e geometriche
in cui faccio riflessioni sui problemi della mente umana. Voglio
parlare della depressione e del suicidio ma non solo. La salute
della mente è da sempre stato un tema tabù di cui non viene
permesso parlare e c’è tanta gente che soffre per questo. Non
penso sia giusto e bisogna parlare di più di questi argomenti invece
che nasconderle. Una persona che ha problemi con il proprio benessere
psicologico, ha una malattia dalla mente ed ha bisogno di aiuto e di
comprensione. Invece la società stigmatizza queste malattie ed
esclude le persone dalla società. Non siamo delle macchine e
soffrire una malattia mentale non è una debolezza, è
semplicemente essere umani.

D) Si può
vivere d’arte a Southampton?
A) Dipende. Non è il posto
più culturale al mondo ma c’è chi se la cava. Questo posto è ben
collegato con Londra, Winchester e Brighton ma anche con tanti
aeroporti internazionali. Poi si fanno anche delle fiere d’arte
a meno di due ore di macchina. Southampton è una città che è
cresciuta intorno al porto dunque molto industriale ma grazie
ad internet come artista puoi avere visibilità ovunque. Poi
l’artigianato nella New Forest è molto importante e sta aiutando
allo sviluppo culturale dalla zona. Per gli artisti e gli artigiani
la New Forest è un posto meraviglioso dove trovare pace ed
ispirazione. Poi le vendite le fai dove riesci.
A)
Raccontaci cosa fate con First Floor Gallery.
Io collaboro
con la First Floor Gallery Picture Framing Studio da più o
meno un paio d’anni fa ma l’azienda è stata fondata nel 1982.
Quello che facciamo è essenzialmente cornici per opere d’arte
ma anche incorniciamo magliette da calcio, scarpe vintage, seta e
qualsiasi cosa che si abbia la voglia d’incorniciare. Siamo
molto specializzati sui lavori un pò delicati come musei, artisti e
gallerie d’arte ma abbiamo anche clienti più piccoli. Tra i nostri
servizi c’è la restaurazione d’opere d’arte e cornici.
Abbiamo in vendita opere d’arte originali e lavoriamo sulla
consegna facendo ritratti di persone e di animali.
A)
Valorizzate artisti locali?
Tantissimo ma non solo. Anche di
diversi periodi artistici, non soltanto contemporanei.
A)
Come ti vedi tra 10 anni? Cosa ti piacerebbe fare?
Mi vedo
lavorando sulle mie opere d’arte e andando a navigare con la barca
che mi piace un sacco!
A) Quale è il tuo museo
preferito? Quali esperienze desideri da un museo?
I musei
sono come gli artisti, non potrei scegliere uno. A Milano mi piaceva
tanto andare a vedere le mostre e la qualità dei musei e delle
gallerie milanesi è a livello mondiale. Come designer mii
piaceva tanto la Triennale ma non solo! Da piccola prendevo il
treno dalla mia città, Alicante, per andare a Madrid a vedere El
Prado, il Thyssen ed il Reina Sofia. Poi adesso che abito così
vicina a Londra vado ogni tanto a vedere alcune mostre alla National
Gallery, la Tate, il British Museum…c’è tanto da vedere a
Londra anche!
L'esperienza che desidero da un museo è
l'informazione. È bello vedere le mostre ma anche partecipare
dallo spazio e imparare qualcosa visitando la mostra. Ma anche una
bella pausa al caffè dal museo ci sta per rilassarsi.
D)
Come si può far crescere l’ importanza dell’arte nella società
attuale?
A) Secondo me l’arte è sottovalutata da un bel
pò. Non è più un mestiere rispettato se non si parla dei grandi
artisti. La società si è dimenticata che l’arte assieme alla
capacità di articolare il linguaggio è ciò che ci rende umani.
Arte è uguale a comunicazione e da poco fa si è scoperto che
pittura e musica avevano lo stesso ruolo nelle grotte quando
abbiamo iniziato a dipingere al buio. L’arte in ogni sua forma è
un veicolo per l'educazione, per la trasmissione d’idee, per
comunicare tra culture ed ideologie diverse. L’arte è il riflesso
dalla nostra società e dal nostro tempo. Non riesco a capire ancora
perché l’arte da un lato viene valutata soltanto come un
divertimento e ad esempio il posto più visitato dal Regno Unito è
la Tate Modern a Londra. Ciò significa che anche l’arte è
un'industria che muove l'economia e gli investimenti. L’arte non
è un giocattolo ma una parte essenziale dall’essere umano.
Andare ad esempio alla Biennale a Venezia è una esperienza unica. A
me ha colpito tantissimo! Tutte quelle idee rappresentate in quelle
maniere diverse che ti fanno vivere delle emozioni e che hanno
qualcosa da dire e ci fanno riflettere sulla nostra società. L’arte
si trova ovunque! Ma non viene valutato come uno strumento di
sviluppo territoriale ma come una forma di intrattenimento. Ci sono
dei progetti di sviluppo culturale in cui tramite l’arte hanno
tolto i ragazzi dalle strade e hanno dato loro un futuro in cui
credere.

D) Il tuo rapporto con l’Italia. Pregi e
difetti rispetto agli altri Paesi in cui hai vissuto (Spagna,
Norvegia, Finlandia, Regno Unito, Germania)
A)
L’Italia è un posto meraviglioso così unico dove la gente ha
l’arte come parte delle loro vite. Lo vedi soltanto da come ti
fanno il caffè al bar! In Italia tutto è bello, anche le cose
più semplici come il cibo. Dalla mia esperienza
nell'architettura e nel design, il Made in Italy ha proprio quella
bellezza ma anche quella qualità che sono inconfondibili. Noi
alla First Floor Gallery incorniciamo con prodotti di prima
qualità sia che arrivino dal Regno Unito che dall’Italia.
Poi
rispetto agli altri paesi che ho conosciuto soltanto posso dire che
ogni posto ha le sue virtù e la sua bellezza propria. Non si
può paragonare secondo la mia modesta opinione. Soltanto posso dire
che ho sempre trovato gente meravigliosa a cui tengo.
Poi
ovviamente per me l’Italia è dove mi sento a casa, soprattutto a
Milano ma anche in Sardegna che per me è l’isola delle meraviglie.
D) La tua collaborazione con Abrazo Futbolero. Come
hai conosciuto Vito e Alessandro Veronesi? Cosa ti piacerebbe
realizzare con il collettivo d’artisti?
A)
Hahahahaha! Guarda, meglio lasciamo stare! Insomma, a Vito l`ho
conosciuto tanti anni fa tramite degli amici, gli stessi amici con
cui abbiamo visto nascere l’Abrazo Futbolero una sera a cena a casa
sua. Poi ad Alessandro Veronesi l’ho conosciuto anche tramite
degli amici per la sua attività nel mondo dall’arte perché lui è
coinvolto in progetti artistici come Orto & Arte a Milano
e anche col Premio Fabrizio de Andrè.
Con il collettivo
d’artisti si può fare tanto. Lo sviluppo culturale non ha limiti e
bisogna capire cosa ha da dire la gente e per quello mi piace l'idea
dell' Abrazo Futbolero come progetto artistico: perché e
vicino alla gente ed e aperto a tutti come movimento culturale. Poi
il fatto di avvicinare calcio e cultura è un challenge che promuove
l'inclusione nello sport e l'attività artistica.
Auguri
per tutto, buona fortuna per i tuoi progetti e per il tuo futuro un
grande Abrazo Futbolero!
Ti
ringrazio tanto!